Hidden Valley Road, nella mente (malata) di una famiglia americana
L’incredibile storia della famiglia Galvin – dodici figli, a sei dei quali viene diagnosticata la schizofrenia – è anche la storia del fallimento dell’American Dream e dell’evoluzione del nostro tormentato rapporto con la malattia mentale.
Un libro complesso, ma estremamente interessante per chi è interessato ai temi delle malattie mentali. Il libro Hidden Valley Road, arrivato in Italia due anni dopo la pubblicazione originale, tradotto per Feltrinelli da Silvia Rota Sperti, non è solo la storia di quella che è stata definita “la famiglia più malata di mente d’America” – 12 figli di cui 6 malati di schizofrenia – ma è un’indagine accurata delle ricerche (ancora in corso) di una cura efficace e priva di effetti collaterali mortali, delle pessime condizioni del sistema sanitario che abbandona pazienti e famiglie a loro stessi (a meno che non siano disposti a pagare cifre assurde), del modo in cui molte famiglie (ancora oggi) reagiscono alla malattia mentale: con la negazione, sottovalutando e sminuendo il problema, distrutte non solo dalle ovvie complicazioni che la malattia dei figli le costringe ad affrontare, ma dalla vergogna e dalla paura che il loro ruolo di genitori possa essere messo in discussione, «un’onta sulla reputazione della famiglia e il crollo di ogni possibilità per gli altri figli di avere una vita normale e rispettabile».
inserito da Barack Obama nei suoi libri preferiti del 2020
Selezionato per l’Oprah’s Book Club (con una lunga intervista di Oprah all’autore e alle sorelle), inserito da Barack Obama nei suoi libri preferiti del 2020, Hidden Valley Road è soprattutto la storia del fallimento dell’American Dream e di come la vita di due giovani genitori belli, colti, benestanti e ambiziosi viene sconvolta dalla malattia dei figli.
All’inizio la famiglia Galvin è la personificazione del sogno americano: il padre Don si avvia a una brillante carriera nell’esercito e i figli sono bambini e ragazzini sani e intelligenti, campioni negli sport, nella musica, negli scacchi, appassionati di falconeria come i genitori. Le cose iniziano a incrinarsi durante l’adolescenza, e nel giro di qualche anno emergono storie di violenze sessuali, un omicidio-suicidio, continui ricoveri in ospedali psichiatrici, elettroshock, diagnosi errate, tentativi falliti con svariate terapie, morti premature per colpa dei farmaci che si sono rivelati efficaci. La matriarca Mimi, intervistata da Keller per il libro prima della sua morte a 93 anni, dedica tutta la sua vita alla cura dei figli malati, ignorando quelli sani.
Ma Hidden Valley Road è anche la storia dei movimenti culturali americani: il figlio maggiore, Donald Galvin, nasce nel 1945, la più giovane, Mary, nel 1965.
Mentre i figli ammalati si ritrovano incastrati in un eterno presente di deliri, ricoveri, ritorni a casa e tentativi fallimentari di cure, le esperienze dei figli sani sono tentativi di fuggire da una famiglia da incubo e sopravvivere all’intenso rancore provato nei confronti dei genitori.
Tutti continueranno a chiederselo per tutta la vita: che bisogno c’era di fare 12 figli? Alla fine del libro, come alla fine di un lungo percorso di terapia, la risposta appare abbastanza chiara. Ma gli sforzi dei figli sani per rimanere tali sono costanti e per niente facili.
Da non perdere
Per approfondire:
https://www.criticaletteraria.org/2022/03/Robert-Kolker-Hidden-Valley%20Road-Nella-mente-di-una-famiglia-americana-Feltrinelli.html
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