Madri e lavoro: l’occupazione materna in Europa
Analizzando i dati circa l’occupazione materna, è emerso come diversi fattori istituzionali e scelte politiche abbiano un grosso impatto sull’accesso delle madri al mercato del lavoro. Occorre tuttavia rilevare che anche le caratteristiche personali della madre svolgono un ruolo molto espressivo: in media nell’UE un maggior numero di figli, un basso livello d’istruzione e la cittadinanza straniera riducono molto la probabilità per le madri di essere assunte, mentre l’assenza di un marito o compagno, l’età più matura e un grado d’istruzione elevato la aumentano.
In particolare il livello d’istruzione delle madri risulta essere un fattore determinante della loro possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro. I dati del 2014 mostrano che nella maggior parte degli stati membri dell’UE, oltre il 75% delle madri con un alto grado d’istruzione e con figli al di sotto dei sei anni possiedono un’occupazione stabile (per i padri con il medesimo livello d’istruzione il tasso di occupazione sale al 90%). Fanno eccezione Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, ove meno della metà delle madri istruite sono occupate.
Il quadro è invece molto più cupo per le madri con basse qualifiche formali: nel complesso dell’UE, infatti, solo il 36% di loro è impiegato, contro un tasso de 74% per i padri col medesimo grado di qualifica formale; maglia nera alla Repubblica Ceca, con un tasso di occupazione del 15,8% (contro il 70,2% per i padri) mentre solo Lituania, Lussemburgo e Portogallo raggiungono tassi di occupazione di oltre il 60% per questo gruppo.
Insomma il divario occupazionale tra madri con diverso livello d’istruzione ammonta in media a 41,3 punti percentuali (20 per i padri), superando i 50 punti in Francia, Irlanda, Belgio, Croazia e Malta. Ciò dimostra che l’uguaglianza di genere è in gran parte incompiuta. Oltre a politiche mirate per la famiglia, come fornire alta qualità e cura dei bambini a prezzi accessibili, è anche fondamentale per le donne scarsamente qualificate di avere accesso a impieghi che garantiscano un salario minimo (compresa la possibilità di vantaggi professionali) e a condizioni di lavoro che siano compatibili con le necessità del bambino, prevedendo cioè congedi parentali retribuiti e orari di lavoro flessibili ma prevedibili.
Per maggiori informazioni:
http://www.huffingtonpost.it/paola-diana/occupazione-femminile-fattore-crescita-cruciale_b_7007342.html
http://www.bambini-06.com/wordpress/leuropa-striglia-gli-stati-membri-servono-asili-e-scuole-materne/