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I dati dell’Alzheimer in provincia di Bergamo: è possibile prevenire?

I dati dell’Alzheimer in provincia di Bergamo: è possibile prevenire?

Alzheimer e demenze in provincia di Bergamo: sono 8.000, il 6,9 per mille della popolazione.
La natura di queste malattie le porta a concentrarsi tra le persone con 65 anni ed oltre; contano infatti 66 mila casi e rappresentano il 97,1% del totale di questi malati.

Applicato il tasso di crescita previsto al 2030 del +43% nei paesi del G7 (Alzheimer’s Disease International, 2015) si stima che il ritmo di crescita sarà di 39 nuovi malati al giorno.

A Bergamo e provincia, la popolazione oltre i 65 anni è il 19,5%  per un totale di 216.319 persone, dove l’età media è di 44 anni.

Molta attenzione oggi viene dedicato al ‘Mild cognitive impairment’ (MCI, deterioramento cognitivo lieve), che è caratterizzato solo da disturbi soggettivi di memoria (MCI amnestico) oppure da disturbo lievi in altre sfere cognitive (MCI non amnestico) e che può rappresentare uno stadio precoce della malattia. Poiché non tutte le persone con impedimento cognitivo lieve sviluppano una demenza, attualmente si cerca di capire quali di queste persone siano a rischio.
Riconoscere e trattare precocemente (idealmente in fase preclinica) la malattia di Alzheimer è uno degli obiettivi principali della ricerca.

Inoltre al termine della “International Conference an Nutrition on the Brain” che si è tenuta a Washington nel Luglio del 2013, gli scienziati presenti hanno pubblicato sulla rivista “Neurobiology of Aging” le 7 linee guida nutrizionali e di stile di vita per prevenire la malattia di Alzheimer:

  • Ridurre al minimo l’assunzione di grassi saturi e trans-insaturi. (N. Barnad, M.C Morris, J. Cooper, Fraser G.);
  • Consumare alimenti di origine vegetale (C.A. de Jager, M.C Morris, Fraser G.);
  • Assumere 15 mg di vitamina E al giorno (M.C Morris);
  • Assumere un integratore con vitamina B12 (C.A. de Jager, M.C Morris, Fraser G.);
  • Evitare integratori complessi multivitaminici nei quali sono presenti ferro e rame oltre la dose giornaliera consigliata pari a 8 mg (uomo) e 18 mg (donne) ed assumerli solo quando prescritti da un medico (A.J. Bush, A. Ceccarelli, R. Squitti, G. J. Brewer). Un’importante precisazione è che questa linea guida sono rivolte ad adulti e a persone che presentino un alterato metabolismo del rame non ceruloplasminico. Un consiglio è quello di controllare prima di tutto il livello di rame non ceruloplasminico con il test C4D che adesso è disponibile anche nel nostro ospedale. Solo le persone che presentano un valore alterato devono limitare l’assunzione di rame evitando integratori, e cibi ad alto contenuto di rame come il fegato di bovino adulto e frutti di mare. (R.Squitti);
  • Scegliere prodotti privi di Alluminio. Anche se l’effetto tossico dell’alluminio nella malattia di Alzheimer non è stato ancora ben definito. (N. Barnard);
  • Fare 120 minuti di esercizio fisico ogni settimana. L’attività fisica costante oltre alla riduzione dei rischi cardiovascolari, ha benefici anche sull’attività cerebrale.

Per maggiori approfondimenti:
http://www.neurologia.it/alzheimer/alzheimer_info.html

Riabilitazione Bergamo 172

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