Dopo una lesione cerebrale: Afasia
Dopo un ictus, spesso ignoriamo quali conseguenze questo evento può realmente provocare.
L’afasia è solo una dei possibili esiti di ictus, o di altri tipi di cerebrolesioni acquisite.
Per capire cosa significa “diventare afasici” dopo un ictus o un trauma cranico dobbiamo immaginare che improvvisamente tutte le persone intorno a noi si mettano a parlare una lingua sconosciuta; non siamo più in grado di capire cosa ci dicono e non riusciamo a far capire loro quello che diciamo.
Perchè? Cosa è successo?
Si avvicina gente ignota (apparentemente un medico, infermieri), fanno delle cose, ti parlano ma non si è in grado di chiedere, di capire cosa dicono.
Afasia: si tratta di una patologia del linguaggio molto frequente a seguito di lesioni dell’emisfero sinistro, in cui il soggetto, pur non avendo difficoltà di pensiero, non riesce più a convertire ciò che pensa in linguaggio e ad associare ciò che gli viene detto al concetto corrispondente. Immaginiamo di trasferirci in un posto dove viene parlata una lingua straniera: la nostra capacità di ragionare sarà intatta, ma comunicare sarà un problema.
Questo è ciò che prova un afasico, con la differenza che il mondo in cui è immerso è lo stesso mondo in cui fino a poco tempo prima interagiva verbalmente senza alcun problema e a non capirlo non sono sconosciuti stranieri, ma familiari e amici.
Informarsi sulla natura di queste patologie aiuta ad eliminare l’imbarazzo e a sapersi rapportare con persone che hanno una forte necessità di supporto e integrazione sociale.
Ecco alcuni consigli su come comportarsi, stilati a partire dalle risposte di pazienti afasici a diverse interviste e questionari:
1) Lasciare tempo: se il soggetto è in difficoltà a trovare le parole non bisogna interrompere né cercare di completare la frase, ma aspettare pazientemente, mantenendo il contatto oculare;
2) Guardare negli occhi: regola essenziale, poiché aiuta la persona afasica a capire ciò che stiamo dicendo integrandolo con la nostra mimica facciale. Inoltre, quando è lui/lei a parlare, non abbassare lo sguardo significa mostrare interesse per la conversazione e non imbarazzo o rifiuto di fronte ad eventuali errori o pause;
3) Parlare semplice: usare frasi brevi, lentamente, accompagnandosi con gesti. Spesso è istintivo alzare il volume della voce, cosa assolutamente inutile se non controproducente, ricordiamoci l’interlocutore in questione è afasico, non sordo!
Sempre più ricerche sottolineano l’insorgenza di depressione nelle persone afasiche proprio nel momento del ritorno a casa e l’ambiente circostante sembra essere proprio uno dei fattori più determinanti.
Piccoli accorgimenti dunque possono aiutare ad evitare effetti drastici!
Per informazioni sull’Afasia conseguente una lesione cerebrale:
http://www.traumacranico.net/
https://it.wikipedia.org/wiki/Afasia