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Cervello, perché non ce ne curiamo?

Cervello, perché non ce ne curiamo?

Curiamo con attenzione la nostra forma fisica, il nostro aspetto e il funzionamento di tutti i nostri organi interni, bene!
Ci preoccupiamo per ogni piccolo dolorino facendolo analizzare con cura: bene!
Ma quanta attenzione poniamo al funzionamento del nostro cervello? Quanto ci preoccupiamo di tenerlo in forma? Ogni quanto tempo facciamo un bel check-up di controllo?

Di come si sviluppano le malattie cognitive degenerative ne sappiamo poco. Di come si curano, ancora meno.
Scienziati e medici stanno lavorando sodo sul tema.
E qualcosa si muove, qualche elemento in più di conoscenza comincia ad esserci.

Ma la meta è lontana e la strada che dobbiamo percorrere parte da dati impressionanti: Nel 2015 c’erano nel mondo 46,8 milioni di persone affette da una forma di demenza.
Questa cifra è destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, fino a raggiungere 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050.

La scienza e la medicina ci aiuteranno.
Ma ognuno di noi deve riservare un’attenzione specifica al proprio cervello. E sul bisogno di monitorarne il funzionamento. Il tutto in via preventiva e per evitare che si giunga a richiedere un supporto cognitivo quando le normali funzionalità sono già compromesse in modo più o meno grave anche nella vita quotidiana.

Serve un “check-up cognitivo”?
Servirebbe sempre, ma facciamolo velocemente almeno ai primi sintomi di affaticamento cerebrale. E dove risulta necessario, possiamo “provare” ad anticipare e rallentare il decadimento. Il declino cognitivo può essere valutato, prevenuto, curato, in attesa che venga in futuro guarito.

L’affaticamento del cervello, deve essere affrontato con la partecipazione di tutti, consapevoli del diritto di chiedere la valutazione delle proprie funzioni cognitive con la stessa determinazione posta per le funzioni fisiche: in primis degli anziani stessi.
La popolazione anziana deve promuovere, chiedere e diffondere la necessità di screening e valutazione per evitare il declino cognitivo, che comporta sempre una menomazione funzionale.

Perché intervenire precocemente con attività di stimolazione cognitiva, permette un progetto riabilitativo di rallentamento che protegge la persona e la famiglia.
Perché informare e orientare gli anziani e le loro famiglie sui percorsi diagnostici e di cure già esistenti è un’importante azione di supporto e sollievo in qualsiasi stadio di compromissioni cognitive.

Progettazione presso le sedi di Milano e Bergamo, ha attivato un servizio specifico per lo screening (valutazione delle funzioni cognitive) e sedute individuali e collettive di esercizi per il mantenimento e il rafforzamento delle funzioni cognitive: memoria, attenzione, abilità logiche, ragionamento, calcolo… Ci si può allenare e potenziare il cervello, così come l’aerobica attiva i muscoli e favorisce la coordinazione e la flessibilità del corpo!

 

Per informazioni: info@cooperativaprogettazione.it

 

Contatta le sedi di Bergamo: 035/657351 e di Milano: 02/70638795

Per approfondimenti:
https://www.cooperativaprogettazione.it/invecchiamento-attivo/

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