7 ottimi motivi (+1) per fare il volontario.
Volontari si diventa! Perché? Dedicare un po’ del proprio tempi ad altri è un buon motivo. Ma dietro al DONO manifesto c’è dell’“altro” che non si vede: far del bene fa bene, ecco perché.
Cosa spinge le persone, nella società odierna, governata da una logica mercantilistica, a dedicare il proprio tempo e le proprie risorse ad altri senza averne nulla in cambio?
Se spesso si sente dire che l’uomo moderno è orientato alla ricerca solo del proprio profitto personale, ecco che il volontariato spezza questa logica in quanto la sua azione è diretta a portare aiuto al prossimo.
Dietro al DONO manifesto c’è dell’“altro” che non si vede: far del bene fa bene, ma quali sono i benefici del volontariato?
- Arricchimento interiore: chi presta volontariato riceve un arricchimento non di natura monetaria ma personale, in termini di capacità personali e crescita interiore, può mettere in pratica le proprie conoscenze personali e professionali, migliorarle e perfezionarle a seconda dell’ambito in cui decide di entrare.
- Ampliamento della rete sociale: fare volontariato aiuta a stringere nuove alleanze, nuove amicizie e ad entrare in contatto con gli altri, comprendere il prossimo e spinge anche le persone piuttosto timide a comunicare ottenendo feedback positivi dai destinatari.
- Superare i problemi superficiali: i volontari entrano spesso a contatto con la sofferenza fisica/psichica degli altri e imparano ad apprezzare maggiormente la vita così come gli si presenta loro, a ringraziare ciò che hanno e a conservarlo con cura. Dedicare del tempo a chi soffre serve anche ad imparare ad apprezzare di più la tua vita!
- Migliorare la salute:coloro che partecipano ad attività di volontariato dichiarano livelli più elevati di soddisfazione personale, e si sentono fisicamente ed emotivamente più sani. Un rapporto presentato nell’International Journal of Person Centered Medicine dimostra che le persone che fanno qualcosa per gli altri conducono una vita più felice e sana rispetto agli altri. Secondo uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics anche gli adolescenti impegnati in progetti di volontariato stanno meglio: calano colesterolo, marcatori dell’infiammazione e peso, si registrano effetti positivi sull’autostima, sull’umore, sulla capacità di empatia e sulla salute mentale. Alcuni ipotizzano che alcune conseguenze positive sul fisico dipendano dal fatto che spesso i volontari passano una maggior quantità di tempo all’aria aperta o muovendosi. Altri sottolineano che aiutare gli altri è appagante per la psiche e questo, attraverso il sistema neuroimmunoendocrino che “mette in comunicazione” cervello, sistema immunitario e attività metaboliche, avrebbe ripercussioni benefiche su tutto l’organismo.
- Libera dalla noia e dalle routine: il volontariato contribuisce a combattere la noia e l’apatia se non si sta lavorando perché ci si può sentire di nuovo utili alla società; anche nel caso in cui si lavori, il volontariato diventa un modo per uscire dalla routine dallo stress lavorativo.
- Conoscenze nuove: aiutare gli altri fa crescere, a livello personale e professionale, infatti chi fa volontariato ha l’occasione di conoscere realtà diverse ed accrescere il bagaglio culturale.
- Migliora il livello di autostima: il volontario può sentirsi rinfrancato dei propri sforzi perché raccoglie generalmente rimandi positivi dal contesto sociale in cui opera, ricevendo molta stima dalle persone aiutate.
Se può essere vero che una sola persona non può risolvere tutti i problemi del mondo, ciò che ognuno può fare è rendere quel piccolo angolo di mondo dove vive un po’ migliore.
Per approfondimenti:
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