Telemedicina post ictus: una nuova frontiera
Telemedicina post ictus: la riabilitazione domiciliare con l’ausilio di telemedicina e computer, sotto la supervisione di terapisti occupazionali, è un mezzo efficace per esempio per migliorare lo stato di salute complessivo nei sopravvissuti all’ictus.
Telemedicina e Tecnologie sono sempre più presente nella riabilitazione post ictus. Dagli studi scientifici degli ultimi dieci anni emerge un continuo e crescente interesse per sistemi robotici per la riabilitazione e l’assistenza. La telemedicina viene dunque in aiuto per mantenere e migliorare le prestazioni del paziente a casa dopo la dimissione del trattamento riabilitativo.
Il paziente non si sente in tal modo abbandonato ed è motivato a mantenere, con la propria attività, i risultati del training riabilitativo appena terminato. Questo è possibile con l’ausilio di sensori che vengono indossati e registrano l’attività quotidiana, monitorata dal paziente e, a distanza, dallo specialista senza ulteriori disagi, e con la precisione delle tecnologie wireless e l’utilizzo di terminali e device economici di ultima generazione.
La riabilitazione domiciliare con l’ausilio della telemedicina e sotto la supervisione di terapisti occupazionali e fisici, è un mezzo efficace per esempio per migliorare lo stato motorio delle braccia nei sopravvissuti all’ictus.
È quanto sostenuto dal neurologo Steven Cramer dell’Università della California.
Il risultato è emerso da uno studio condotto in 11 siti statunitensi su 124 soggetti sopravvissuti a un ictus, sottoposti a sei settimane di terapia motoria intensiva, metà dei quali ha ricevuto una terapia clinica tradizionale e metà è stata sottoposta a un programma di riabilitazione domiciliare supervisionato tramite un sistema di telemedicina e videoconferenza.
I soggetti avevano in media 61 anni, e sono stati arruolati in media 4,5 mesi dopo l’ictus, con deficit motori moderati alle braccia. Dopo 30 giorni dalla fine della terapia, i miglioramenti, misurati con l’apposita scala di Fugl-Meyer, sono stati di 8,4 punti, in media, nel braccio che ha seguito la riabilitazione in clinica e di 7,9 punti, per quelli che hanno seguito la terapia domiciliare, con una differenza non statisticamente significativa.
I risultati supportano l’utilità di un sistema computerizzato domiciliare, usato sotto la supervisione di un terapista autorizzato, per fornire una terapia di riabilitazione clinicamente significativa.
Molti pazienti ricevono terapie non ottimali per motivi che includono costi, disponibilità dei centri e difficoltà di spostamento: le applicazioni future potrebbero comprendere trattamenti a lungo termine abbinati a tele-riabilitazione domiciliare e a somministrazione a lungo termine di farmaci, anche per trattare altri domini neurologici colpiti da ictus come linguaggio, memoria o deambulazione.
Per maggiori informazioni:
https://neurologiaitaliana.it
https://www.cooperativaprogettazione.it/sanita-digitale/
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