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Prevenzione Alzheimer: non abbassiamo la guardia ecco i fattori di rischio del morbo di Alzheimer

Prevenzione Alzheimer: non abbassiamo la guardia ecco i fattori di rischio del morbo di Alzheimer

Prevenzione Alzheimer: perché nel mondo c’è un caso di demenza ogni 3 secondi.
Dal Rapporto Mondiale Alzheimer non va abbassata la guardia sui fattori di rischio del morbo di Alzheimer: la prevenzione delle malattie del cuore e dei vasi sanguigni porta ad una riduzione del rischio della comparsa di demenze. Non dimentichiamolo!

Il morbo di Alzheimer non può essere guarito. Ma va affrontato e prevenuto.

La parola d’ordine è prevenzione, anche delle malattie del cuore e dei vasi sanguigni. Questa infatti potrebbe portare ad una riduzione del rischio della comparsa di demenze e un rallentamento della storia della malattia di Alzheimer.

Una dieta mediterranea, uno stile di vita attivo sul piano fisico porta ad una riduzione della malattia.

È ben noto che alcune malattie come il diabete, l’obesità, l’ipertensione sono influenzati dallo stile di vita e a loro volta sono fattori di rischio di demenza legati specificatamente anche al morbo di Alzheimer.

Nel corso della demenza di Alzheimer la presenza di eventi cerebrovascolari può modificare l’espressione dei sintomi stessi della demenza e quindi una riduzione del rischio cerebrovascolare potrebbe rallentare l’espressione dei sintomi: per questo si consiglia una dieta salutare. Non fumare, controllo dell’ipertensione dell’obesità e dell’attività fisica. È stato inoltre dimostrato come attività che coinvolgono un diretto impegno delle funzioni cognitive come giocare a carte, suonare uno strumento ecc., hanno un effetto protettivo, confrontati anche con attività che coinvolgono la sfera fisica.

È stato anche dimostrato che chi è intellettualmente meno attivo è più predisposto alla malattia. Uno studio longitudinale condotto su un gruppo omogeneo ha dimostrato che chi in età giovanile scrive diari, pensieri, è esposto ad un minore rischio di demenza in età avanzata.

Anche una sana vita di coppia gioverebbe, perché vivere in coppia induce ad una maggiore attività mentale, al dialogo, alle responsabilità reciproche, alla condivisione degli stress e dei momenti della vita.

Ovviamente la diagnosi precoce riveste un’importanza fondamentale per adottare interventi terapeutici e quindi prolungare la prima fase del morbo di Alzheimer, che è compatibile con una vita quasi normale.

La conoscenza della diagnosi permette una programmazione della vita dal punto di vista affettivo, organizzativo, economico ma vi sono anche rischi legati alla tenuta psicologica del paziente che da apparentemente sano si trasforma in soggetto malato che deve essere aiutato a gestire incertezze, timori, crisi depressive.

I familiari, in particolare la persona più vicina, devono essere aiutati in questo periodo di limbo, nel quale i timori per il futuro diventano fantasmi spesso difficili da gestire.

Per prevenire, monitorare, supportare o anche solo per informazioni consulta o visita il Centro di Via Teodosio 4 a Milano tel. 02.70638795.

L’equipe multidisciplinare della Cooperativa ProgettAzione lavora con pazienti affetti da degenerazione cognitiva e grave cerebrolesione. I familiari e i caregiver possono essere supportati con soluzioni personalizzate, nel rispetto alle esigenze dei malati.

Centro di Riabilitazione Via Teodosio, 12 – Zona Città’ Studi a Milano.

Oppure contatta direttamente la Dott.ssa Claudia Maggio
c.maggio@cooperativaprogettazione.it  –  cell. 346.3264837

Per approfondimenti:
www.cooperativaprogettazione.it/prevenzione-alzheimer

Fattori di rischio del morbo di Alzheimer

 

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