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XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes
L’Italia, con 5.255.503 cittadini stranieri regolarmente residenti (8,7% della popolazione totale residente in Italia) si colloca al terzo posto nell’Unione Europea.

XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

L’Italia, con 5.255.503 cittadini stranieri regolarmente residenti (8,7% della popolazione totale residente in Italia) si colloca al terzo posto nell’Unione Europea.
Gli occupati stranieri sono cresciuti rispetto al primo semestre 2017 (+2,5%). Nell’anno scolastico 2017/2018 gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono 841.719 (9,7% della popolazione scolastica).
Nel corso della campagna elettorale 2018 si sono registrati 787 commenti e dichiarazioni di incitamento all’odio, il 91% delle quali ha avuto come oggetto i migranti.
Sono 5,255 milioni i cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia, cioè l’8,7% della popolazione totale. È il dato sintetico contenuto nel XXVIII Rapporto Immigrazione presentato da Caritas e Migrantes.

Simone Varisco di Migrantes, che ha curato il Rapporto, specifica che esiste il rischio di focalizzare l’attenzione sul problema dei profughi, che sono solo una parte del fenomeno. Un fenomeno che non è certo quel fiume in piena che si è cercato di descrivere: ad esempio l’incidenza degli alunni con cittadinanza straniera (841 mila nell’anno scolastico 2017-18 dei quali il 63,8% nati in Italia e il 9,7% dell’intera popolazione scolastica) è fermo fra il 9 e il 10% del totale da circa un decennio. Varisco ha anche spiegato che i 65.444 bambini nati in Italia nel 2018 da genitori stranieri rappresentano il 14,9% delle nascite e sono stati il 3,7% in meno rispetto al 2017. In regresso anche le acquisizioni di cittadinanza: 112.523 nel 2018, meno 23,2% rispetto al 2017, dati che rischiano di incidere negativamente sulla decrescita generale del Paese.

Il cardinale Gualtiero Bassetti ammonisce dicendo che dobbiamo rammendare il tessuto sociale dell’Italia: non si tratta solo di immigrati, ma del perpetuarsi della divisione tra “noi” e “loro”, tra italiani e stranieri, tra i “nostri” problemi e i “loro” problemi, tra i “nostri” sogni e i “loro” sogni. Dobbiamo togliere spazi d’ombra e aprire spazi di luce nei quali possa affermarsi una cultura nuova.
Il presidente della Cei ci ricorda che i pericoli non si esauriscono nella tratta degli esseri umani o nella spesso tragica traversata del Mediterraneo, è importante tornare a quello che ci ha detto il Papa Francesco lo scorso anno: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

A proposito del Papa, il Rapporto segnala una particolarità tutta italiana: nei social media un hater su tre si scatena contro lo “straniero”, ma c’è un particolare <<rapporto critico>> , a tratti violento, di una parte degli utenti italiani di Twitter con il Pontefice, in una mescolanza di biasimo sociale, politico e religioso, soprattutto in tema di immigranti, tale da configurarsi come caso unico a livello mondiale. Il tema dell’immigrazione è oggi uno degli ambiti in cui più si misurano i problemi della disinformazione, delle fake news e dei discorsi d’odio (hate speech). Basti pensare che, secondo una rilevazione di Amnesty International, durante la campagna elettorale delle elezioni politiche 2018 si sono registrati 787 commenti e dichiarazioni di incitamento all’odio, il 91% delle quali ha avuto come oggetto i migranti. Fra i più colpiti dall’odio online anche singoli individui o gruppi impegnati in attività solidaristica o di tipo umanitario, i musulmani, gli ebrei, le donne e i rom. Una situazione che si ripropone anche su Twitter, dove il 32% dei tweet (messaggi) negativi prende di mira i migranti: vale a dire che un hater su tre si scatena contro “lo straniero”.

Per approfondimenti:
http://www.vita.it/it/article/2019/09/27/tutti-i-numeri-del-xxviii-rapporto-immigrazione-caritas-migrantes/152780/
https://www.cooperativaprogettazione.it/ambiti-di-intervento/mediazione/

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