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Neuroscienze e Sociale: un binomio da scoprire.

Neuroscienze e Sociale: un binomio da scoprire.

Neuroscienze e sociale. L’applicazione del vastissimo mondo delle neuroscienze ai temi dell’inclusione sociale è un tema complesso. Due materie tanto distanti, quanto poco contigue sono le professionalità degli operatori e dei professionisti specializzati in questi argomenti. Ma l’innovazione in campo sociale merita un’accelerazione. Noi riteniamo che le neuroscienze applicate al Sociale possano essere una via percorribile.

Ma cosa sono le Neuroscienze?
Lo studio scientifico del cervello nacque verso la fine del 1800. Negli anni sessanta c’è stata una grande accelerazione con la fondazione dell’International Brain Research Organization, dell’International Society for Neurochemistry, della European Brain and Behaviour Society e della Society for neuroscience.
Galeno, medico dell’Antica Roma, è il primo ad osservare che ci possono essere disfunzioni mentali a seguito di danni cerebrali.
Ma la vera svolta si ebbe verso la fine del 1800 a seguito dell’invenzione del microscopio e dello sviluppo di una procedura di colorazione da parte di Camillo Golgi. Attraverso un particolare metodo di colorazione, Golgi scoprì la struttura reticolare del cervello: il cervello è costituito da reti, e le reti sono costituite da cellule distinte, i neuroni. Si deve al medico spagnolo Santiago Ramon y Cajal (1852-1934) la prima concettualizzazione di un modello di neurone.
Secondo questo modello il neurone è un corpo cellulare (soma) dal quale si espandono i dendriti da un lato e l’assone dall’altro. La connessione tra i diversi neuroni darebbe luogo alle reti neurali. Questi studi neuroscientifici valsero a Golgi e a Ramon y Cajal il premio Nobel per la medicina nel 1906.

Il primo a individuare la suddivisione del cervello in aree funzionali fu Franz Joseph Gall, padre della frenologia; all’epoca della frenologia si credeva che specifiche conformazioni del cranio fossero associate determinate caratteristiche di personalità degli individui (concetto non confermato dalle attuali neuroscienze).
Fu in seguito Paul Broca ad iniziare ad associare a specifiche aree cerebrali, non tanto caratteristiche di personalità quanto alcune funzioni psicologiche quali il linguaggio, associata alla cosiddetta area di Broca. Carl Wernicke portò avanti in modo ancora più specifico la teoria della specializzazione di specifiche strutture cerebrali nella comprensione e produzione del linguaggio.

All’inizio del XX secolo il neurologo tedesco Broadmann mise a punto la cosiddetta mappa citoarchitettonica di Broadmann, una mappa di specifiche aree cerbrali corticali che si attivano durante l’esecuzione di compiti specifici e specifiche funzioni psicologiche. Ancora oggi nell’ambito delle neuroscienze viene utilizzata e citata la mappa citorarchitettonica di Broadmann.
Nel panorama scientifico contemporaneo sono presenti diverse organizzazioni e associazioni relative alle neuroscienze allo scopo di fornire un collegamento tra i vari ricercatori e professionisti di questa area disciplinare.
Come ricordato già a partire dagli anni sessanta è stata fondata l’International Brain Research Organization, l’International Society for Neurochemistry, la European Brain and Behaviour Society e la Society for Neuroscience nel 1969.

Poche le esperienze del rapporto tra Neuroscienze e Sociale … ma bisogna pur cominciare …

https://www.cooperativaprogettazione.it/programma-di-stimolazione-cognitiva/

Per ulteriori informazioni visitare i seguenti link:
https://www.braincouncil.eu
https://ibro.org
https://www.sfn.org

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