Alzheimer e demenze: Solo in Italia i pazienti sono un milione e 241 mila, ma sono destinati a crescere
Il 21 settembre si è celebrata la “giornata Mondiale dell’ Alzheimer”: un’occasione per fare il punto.
I nuovi casi nel 2015 sono 269.000 solo in Italia, 44 milioni le persone affette nel mondo, 74 milioni previsti nel 2030. Dopo i 65 anni, la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer raddoppia ogni 5 anni. Le donne, inoltre, hanno una probabilità maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto agli uomini.
L’Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce le cellule cerebrali, provocando il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione. A livello mondiale si prevedono 131,5 milioni di patologie nel 2050.
Nel nostro paese, secondo le stime, le persone con demenza saranno ben 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050.
Occorre far qualcosa!
In seno al progetto europeo MeetingDem, indirizzato a persone colpite da demenza e a chi se ne prende cura, sono stati recentemente aperti a Milano due Centri di Incontro, i quali si rivolgono in particolare ai pazienti affetti da declino cognitivo lieve e alle loro famiglie.
Il modello cui questi Centri s’ispirano sono i Meeting Centers sviluppati nei Paesi Bassi da Rose-Marie Dröes, docente di assistenza psicosociale a persone affette da demenza presso la VU University di Amsterdam. I risultati osservati sono diminuzione della depressione, aumento della partecipazione ed istituzionalizzazione più lontana.
I Centri di Incontro si rivolgono a persone che presentano un decadimento cognitivo lieve o moderato – dunque non unicamente malati di Alzheimer – di diagnosi recente e che ancora vivono presso le abitazioni dei loro caregiver (fornitori di assistenza, siano essi familiari o badanti). Presso i centri i malati trovano una presa in carico incentrata su attività biosociale, come psicomotricità, stimolazione cognitiva e terapia occupazionale di gruppo; i familiari e gli assistenti dal canto loro sono inseriti in gruppi di auto aiuto.
La presa in carico del caregiver è proprio ciò che distingue questi Centri dai comuni centri diurni. Un sostegno psicologico adeguato al caregiver aiuta le persone a rimanere più a lungo presso il proprio domicilio.
Gli effetti che si possono osservare comprendono una riduzione di depressione e senso di solitudine, un miglioramento considerevole della partecipazione e una maggiore consapevolezza nei familiari; inoltre l’abbandono della propria casa in favore di un istituto di ricovero è nettamente posticipato.
I Meeting Centers sono nati negli anni ‘90 in Olanda grazie agli studi di Rose-Marie Dröes; oggi ad Amsterdam ne è presente uno in pressoché ogni quartiere e in tutto il paese se ne contano oltre 120.
Vista e riconosciuta l’efficacia del modello olandese, il progetto europeo MeetingDem mira alla ricerca per la validazione scientifica circa la sua diffusione in altri paesi e contesti culturali.
L’obiettivo è dare una risposta concreta alle necessità delle persone affette da decadimento cognitivo lieve o moderato, troppo spesso abbandonate al loro destino dopo la diagnosi con l’unico conforto della cura farmacologica.
Per informazioni: info@cooperativaprogettazione.it
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https://www.cooperativaprogettazione.it/accanto-allalzheimer-i-nuovi-servizi-di-progettazione/
http://www.vita.it/it/article/2015/09/14/alzheimer-e-demenze-milano-sperimenta-il-modello-olandese/136511/
http://www.meetingdem.eu/
http://www.emgo.nl/team/190/rose-mariedroes/personal-information/