Un dubbio reale, ma legittimo: i piccoli stanno spendendo troppo tempo davanti agli schermi?
Un’indagine statunitense ci riguarda da vicino, affronta un dubbio reale, ma legittimo: i piccoli stanno spendendo drammaticamente troppo tempo davanti agli schermi?
Una prima risposta: spendiamo, con loro, tutto il tempo possibile.
Common Sense Media, una ONLUS americana, lo definisce “uno spostamento sismico” che “ridefinisce radicalmente le esperienze infantili con le implicazioni enormi che abbiamo appena cominciato a capire”.
Ecco i dati:
- Il 42% dei bambini piccoli ha ora il proprio dispositivo per tablet, dal 7% quattro anni fa e meno dell’1% nel 2011.
- Quasi la metà, il 49% dei bambini fino agli otto anni “spesso o talvolta” utilizza gli schermi nell’ora prima di coricarsi, che gli esperti dicono male per le abitudini di sonno.
- Il 42% dei genitori afferma che la TV è “sempre” o “la maggior parte del tempo” accesa nella propria casa, indipendentemente dal fatto che qualcuno la stia guardando o meno. La ricerca ha dimostrato che questo cosiddetto “background TV” riduce l’interazione tra genitori e figli, il che a sua volta può danneggiare lo sviluppo delle lingue.
La crescita dei dispositivi mobili è un cambiamento drammatico. Ma altri aspetti dell’utilizzo dei media da parte dei bambini è stabile nel tempo. I bambini sotto gli 8 anni trascorrono una media di circa 2 ore e un quarto (2:19) al giorno, una cifra che non è aumentata dal 2011 (2:16), solo che i dispositivi sono mutati, meno televisione ma più tablet.
Ma la ricerca rivela anche una notizia positiva: i genitori dedicano alla lettura e al gioco condiviso ancora circa 30 minuti al giorno.
Che cosa significa tutto questo? I ricercatori non lo sanno davvero.
“Quanto è diverso il cervello di un bambino che ha sostenuto l’esposizione dei media digitali al cervello, dai genitori o anche dai fratelli più anziani?” si chiedono.
“E quali sono le implicazioni per i genitori, gli insegnanti, gli educatori o i responsabili politici?”
I ricercatori dicono che queste sono domande che “ci stiamo solo iniziando a chiedere”.
Common Sense Media dice: “Potremmo sostenere che ci siano grandi implicazioni per il cervello e lo sviluppo socio-emotivo, per molti dei quali non conosciamo la risposta“.
Il dibattito pubblico su bambini e schermi è in qualche modo contrastante: le scuole americane, persino gli asili, stanno acquistando milioni di dispositivi elettronici e ci sono decine di migliaia di app per migliorare l’apprendimento anche per i più piccoli; d’altra parte, i medici avvertono, e i genitori si preoccupano, di effetti negativi da troppo tempo sullo schermo, che vanno dall’obesità all’ansia.
Una parte del rapporto Common Sense che affronta questa contraddizione è la sezione sul cosiddetto divario digitale. La frase riflette l’idea che imparare a utilizzare computer e Internet a casa aiuta i ragazzi ad andare avanti a scuola e nella vita.
A differenza degli anni precedenti, questo censimento mostra che le famiglie ricche e povere ora sembrano avere accesso quasi uguale a smartphone. Allo stesso tempo, i bambini provenienti da famiglie a basso reddito spendono due volte il tempo con gli schermi rispetto alle famiglie più avanzate.
È un vantaggio o un pericolo?
Lynn Schofield Clark all’Università di Denver studia i mezzi di comunicazione con un focus sulle giovani svantaggiate e giovani di colore. Dice che l’ingrediente mancante nella comprensione dell’impatto reale del divario digitale è il tempo, o meglio il tempo di genitorialità: mostrare a un bambino come usare un computer portatile, come fare la ricerca su Internet, raccogliere applicazioni educative altamente qualificate o orientare un bambino verso programmi con messaggi positivi. “Le persone che hanno più vantaggi hanno più tempo e istruzione per aiutare i loro bambini a utilizzare la tecnologia“, spiega, “Anche se abbiamo istituito una società in cui è strutturalmente molto difficile per le famiglie trascorrere del tempo insieme“.
Ma almeno di fronte a questi dubbi e a questa sfida epocale un poco di tempo per assistere i nostri figli davanti ad uno schermo, troviamolo.
Per approfondimenti:
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