Ecco perché va fatto il check-up cognitivo
Monitoriamo la vista, la pelle, il cuore, il cuoio capelluto, i nei, le coronarie e molto, molto altro!
Ma non vogliamo fare un checkup cognitivo. Perché?
Paura, vergogna, incuria, timore dei risultati? Forse tutto questo e molto altro. Ma perché è cosi difficile, anche solo parlare di fare una bella visita al cervello?
Perché non è mai sottolineato con forza quanto sarebbe importante tenerne monitorato lo stato di salute.
Ma quanto e quando serve valutare il funzionamento del nostro cervello?
Dopo i 50 anni, sempre. Per essere sicuri che tutto funziona.
E prevenire, se serve. E, ovviamente quando rileviamo sintomi di affaticamento cerebrale.
Ci si “gira intorno”, si parla di prevenzione… e poi “io sto bene!”
Abbiamo la piena consapevolezza che il decadimento cerebrale è un evento “governabile” sul quale è possibile intervenire? La risposta alla domanda è tutta racchiusa nella necessità di accompagnare il normale monitoraggio della salute fisica con un’attenzione specifica all’area cognitiva-intellettiva.
Quindi sul bisogno di monitorare nello stato di salute del corpo, anche funzionamento e affaticamento del cervello.
In chiave preventiva! Per evitare che si giunga a chiedere questa “visita alle funzioni cerebrali” quando la funzionalità è già compromessa più o meno gravemente. Si tratta di fare un “checkup cognitivo” che in poche e brevi azioni permetta di valutare il logoramento cerebrale, al fine, dove serve, di anticipare e rallentare il decadimento.
Il degradamento cognitivo è qualcosa che, come tutti gli aspetti che riguardano la salute, è possibile valutare, prevenire, curare e, speriamo in futuro guarire.
Il progetto vuole informare, prevenire e intervenire.
Il decadimento cerebrale per essere affrontato deve vedere la partecipazione di tutti, consapevoli del diritto di chiedere la valutazione delle proprie finzioni cognitive con la stessa determinazione posta per le funzioni fisiche: in primis degli anziani stessi.
La popolazione adulta e anziana deve promuovere, chiedere e diffondere la necessità di screening e valutazione per evitare il declino cognitivo, che comporta sempre una menomazione funzionale.
Perché intervenire precocemente con attività di stimolazione cognitiva, permette un progetto riabilitativo di rallentamento che protegge la persona e la famiglia.
Perché informare e orientare gli anziani e le loro famiglie sui percorsi diagnostici e di “care” già presenti è un’importante azione di supporto e sollievo in qualsiasi stadio di compromissioni cognitive.
Per approfondimenti:
https://www.cooperativaprogettazione.it/valutazione-cognitiva-e-funzioni-cerebrali/
https://www.cooperativaprogettazione.it/check-up-cognitivo/