Disabilità e nuove tecnologie: da Prato, una APP che dà la parola a chi non ce l’ha
L’app aiuta i ragazzi con disabilità a comunicare. E’ nata a Prato dalla volontà di un padre e dall’interazione di tanti altri genitori
Prendi una manciata di genitori, padri e madri, determinati a migliorare la vita dei propri figli e convinti – grazie all’esperienza di una vita in salita – che l’unione sia stimolo e arricchimento. Mettili insieme, lascia che ragionino e si confrontino, e il risultato non si lascerà attendere.
È quanto è accaduto a Prato col gruppo Modi di dire, cinque genitori uniti per diffondere e migliorare un’applicazione ideata da uno di loro, Andrea Colzi, papà di Costanza, 12 anni.
“Mia figlia non parla. Ha una malattia rara che glielo impedisce. Ma comunica. Eccome se comunica. È talmente chiacchierona che non sapevamo come starle dietro, qualsiasi strumento le consegnassimo, espressione della comunicazione aumentativa, sembrava starle stretto. Allora ho provato a cambiare rotta. Ed è nata lei”.
Si chiama Aac Talking Tabs ed è una app per tablet e smartphone Android, “figlia di notti in bianco, discussioni, confronti, suggerimenti e tante modifiche”.
“E’ una app totalmente gratuita che sta girando il mondo perché si personalizza con grande facilità e, per merito di alcuni genitori volontari e volenterosi, è già scaricabile nelle versioni francese e inglese – precisa Colzi -.
Tanti sono gli utenti statunitensi, per esempio, anche perché Google for Education l’ha inserita fra le applicazioni consigliate in ogni scuola Usa. Adesso non resta che farla tradurre in tutte le altre lingue ed è fatta”, dice scherzando… Ma poi neppure troppo, dato che più lingue questa app parlerà, più persone aiuterà.
Per maggiori info, clicca sul link ——>>> http://www.tvprato.it/2015/01/ingegnere-pratese-inventa-una-app-per-insegnare-a-parlare-alla-figlia-disabile/?mobile=true