Ereditarietà delle malattie mentali
Il rischio di trasmissione di patologie mentali è stato al centro di recenti ricerche legate all’ereditarietà di queste malattie. I risultati mostrano come il patrimonio genetico possa influire sull’insorgere di malattie mentali.
L’articolo è tratto dal “portale del cervello” Dana Foundation
Gli studi circa l’ereditarietà delle malattie mentali hanno avuto notevoli progressi negli ultimi anni; per esempio, ricerche condotte su coppie di gemelli, nuclei familiari e campioni di popolazione indicano come il 40-50% della tendenza a disturbi depressivi è riconducibile al patrimonio genetico.
Rimane tuttavia un mistero il modo in cui le difficoltà mentali dei genitori vengono trasmesse geneticamente ai figli.
Nel 2015 i ricercatori dell’Università del Wisconsin hanno provato a risolvere il dilemma servendosi dell’osservazione del comportamento animale; studiando infatti un campione di 600 primati, gli studiosi sono giunti alla conclusione che esiste un collegamento diretto tra le crisi di ansia riscontrate nei primati e il metabolismo nel circuito cerebrale che collega amigdala, tronco encefalico e corteccia prefrontale.
La scoperta risulta coerente con ciò che si è osservato negli esseri umani e mostra come queste alterazioni non sono frutto di una lunga degenerazione ma piuttosto aumentano la vulnerabilità a malattie mentali.
Lo studio, essendosi protratto in diversi anni, ha permesso di osservare diverse generazioni di primati: si è dunque notato come il metabolismo nel circuito cerebrale si presentava con la stessa incidenza delle crisi di ansia negli individui legati da parentela, dimostrando che il metabolismo nel circuito amigdala-tronco cerebrale-corteccia prefrontale può ricondurre ad una trasmissione genetica di crisi di ansia e, forse, altre malattie mentali.
Gli stessi studiosi stanno oggi analizzando un campione di 200 bambini che soffrono di attacchi di ansia verso l’adolescenza.
Dall’analisi del metabolismo all’interno del medesimo circuito cerebrale preso in esame nei primati, i ricercatori auspicano di individuare se le variazioni nel tempo indicheranno quali bambini rimarranno fortemente soggetti ad ansia, quali svilupperanno ansia in forma grave o disturbi depressivi e quali troveranno modo di moderare i propri disturbi.
Per maggiori info:
http://www.dana.org/News/Tracing_Familial_Risk_of_Mental_Illness/
https://www.cooperativaprogettazione.it/ambiti-di-intervento/riabilitazione/