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Invecchiare bene come progetto di vita: un importante contributo su Bergamo Salute

Invecchiare bene come progetto di vita: un importante contributo su Bergamo Salute

Sulla rivista online Bergamo Salute, un importante contributo della cooperativa ProgettAzione sui temi dell’invecchiamento, della prevenzione delle malattie neurodegenerative e sulla stimolazione neurocognitiva.

Leggi l’articolo:
https://www.bgsalute.it/vetrina-salute/3621-invecchiare-bene-come-progetto-di-vita

Invecchiare bene, ma quanto stiamo invecchiando?

E’ ormai noto che il quadro demografico del nostro Paese sia rappresentato da un aumento dell’età media di vita, associato ad un significativo rallentamento delle nuove nascite. Questo porta ad una percentuale di anziani non certo in equilibrio rispetto ai nuovi nati, ed aumenta anche il numero delle malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative; in poche parole più aumenta l’età media ed il numero di anziani, più si deve ricorrere ad azioni di prevenzione, di monitoraggio e di intervento sui deficit cognitivo-intellettivi e su malattie neurodegenerative.
Per parlare un po’ di cifre è interessante sapere che nel nostro Paese, il numero di soggetti di età compresa tra i 65 e i 74 anni è otto volte maggiore rispetto all’inizio del secolo scorso, mentre gli anziani di età superiore agli 85 anni sono aumentati di oltre 24 volte.
Si tratta di una nuova realtà demografica, che continuerà a crescere in questa direzione. Se tutto questo da una parte ci offre l’idea di poter vivere sempre più a lungo, dobbiamo ricordarci che per evitare di “sopravvivere alla vita anziché gustarsela” il più possibile, bisogna pensare al tema della prevenzione dell’invecchiamento cognitivo, come unica strada: oggi più che mai!
Tutto questo porta anche a condizioni sempre più frequenti di quanti vivono con il coniuge le età più avanzate della vita: molti ormai arrivano alle nozze d’oro! La necessità che quindi entrambi i membri di una coppia stiano bene per non aggravare le fatiche della cura all’altro o per non pesare in maniera duplice ai figli, diventa una responsabilità non solo individuale, ma anche familiare, di chiunque debba affrontare i vari processi legati all’invecchiamento.  

Cosa fare e come intervenire?
Il primo passo allora è quello di ottenere un quadro del proprio funzionamento cognitivo-comportamentale molto utile per riconoscere celermente eventuali situazioni di rischio, ma anche per monitorare come si sta invecchiando. Questo è possibile prima di tutto attraverso uno screening mirato a valutare informazioni sullo stato cognitivo e comportamentale e su aspetti della personalità della persona.
Il secondo passo (anche per chi non ha situazioni di compromissione cognitivo-intellettiva dopo una valutazione) consiste nel pensare di continuare ad offrire alla propria mente l’opportunità di esser sollecitata nelle sue competenze e funzioni. D’altra parte, senza una buona funzionalità del nostro assetto cognitivo siamo destinati a perdere la nostra narrazione ed esperienza di vita.

Perché è così importante agire?
La mente rappresenta la garanzia della nostra continuità esistenziale sotto il profilo sociale, emotivo-affettivo, relazionale ed esperienziale. Tuttavia, molti di noi sono spesso focalizzati nel prendersi cura del proprio corpo anche quando sta bene (con passeggiate, attività fisica mirata, sport…), ma non della  propria mente (anche quando funziona in maniera adeguata).
Eppure la nostra mente va coccolata, stimolata ed “incoraggiata “a rimanere sana, proprio perché invecchia con noi e rappresenta noi stessi.

Cos’è la stimolazione cognitiva?

La Stimolazione Cognitiva si configura proprio come un intervento finalizzato al benessere generale di un individuo con l’obiettivo di ” invecchiare bene” … ed amplificare, riattivare o mantenere le nostre competenze, fino a intervenire su situazioni come le demenze (si pensi all’Alzheimer) che provocano un decadimento cognitivo  su tante aree come la memoria, il linguaggio, l’orientamento spazio-temporale, l’attenzione, la pianificazione e la risoluzione dei problemi semplici o complessi.
La stimolazione cognitiva è un intervento lontano dagli allenamenti “fai da te” come fare puzzle, cruciverba o sudoku… Per quanto sempre utili si tratta comunque di allenamenti non organizzati, non differenziati, non controllati e che spesso lavorano su minime aree, escludendone molte altre.

Come sono organizzati gli incontri di stimolazione cognitiva?
Questi percorsi possono essere strutturati in incontri individuali, pianificati secondo i bisogni del singolo individuo, o organizzati in incontri in piccolo gruppo. Ricordiamoci però che devono tassativamente essere svolte da un professionista appositamente formato (uno psicologo esperto in riabilitazione o un neuropsicologo).
Il professionista realizzerà poi specifici compiti creati ad hoc per il potenziamento delle funzioni cognitive della persona legate a memoria, attenzione, linguaggio, funzioni prassiche e visuo-percettive, funzioni esecutive, registrando i risultati di ogni incontro, in maniera da monitorare l’andamento. La stimolazione cognitiva dovrebbe essere costante e prolungata nel tempo, ossia una volta iniziato un percorso va mantenuto nel tempo. Solo in questo modo può fortificare, ma anche bilanciare le competenze cognitivo-intellettive più fragili perché compromesse o meno usate nella quotidianità. Star bene con la mente ci permette anche di migliorare il nostro umore e la nostra motivazione quotidiana. Inoltre, il lavoro di gruppo ha spesso, inevitabilmente, un ruolo anche socializzante.

Per informazioni su come Invecchiare bene: 035 657351.
https://www.cooperativaprogettazione.it/


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