Studiare serve… anche da grandi!
Malattia di Alzheimer e Riserva Cognitiva
La Riserva cognitiva è un termine che fa riferimento alla capacità del cervello di far fronte al danno cerebrale mantenendone un adeguato funzionamento. L’idea che la riserva cognitiva protegga da danni al cervello di origine neurodegenerativa deriva da diversi studi che hanno osservato come non vi sia una diretta relazione tra entità del danno cerebrale e manifestazione clinica della patologia. Molti fattori contribuirebbero all’incremento della riserva cognitiva di un individuo: il livello di scolarità, il tipo di professione svolta, lo stile di vita e le attività svolte durante il tempo libero. Sembrerebbe dunque che lo studio, l’impegno lavorativo e una vita sana proteggano dal decadimento cognitivo tipico della demenza di Alzheimer in una sorta di meccanismo di compensazione. Una ricerca pubblicata su “Neurobiology of Aging” dai ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele ha dimostrato per la prima volta, nei pazienti colpiti dalla sindrome, che il sistema colinergico nel nostro cervello, importante per la memoria e per tutti i processi cognitivi, viene potenziato nelle persone con alti livelli di scolarità e occupazione, contrastando la neurodegenerazione. Ogni individuo possiede una riserva cognitiva che viene costruita e potenziata durante tutta la vita con le attività mentali quotidiane. Questa riserva ha una base biologica, che si esprime attraverso l’aumento del numero dei neuroni e delle connessioni tra questi. E’ ampiamente risaputo che la malattia di Alzheimer si caratterizza, anche nelle fasi più precoci, da una diminuzione delle capacità cognitive, causata dalla distruzione delle connessioni cerebrali e dalla morte dei neuroni indotte dalla malattia. E’ possibile, come sostengono gli autori, che il miglior funzionamento del sistema colinergico, grazie alla riserva cognitiva costruita durante la vita, possa rallentare gli effetti della neurodegenerazione e possa essere collegato ad una migliore risposta alle terapie farmacologiche di stimolazione colinergica, attualmente gli unici farmaci utilizzati in clinica per contrastare i deficit cognitivi nella malattia di Alzheimer. Questo significa che un costante e complesso esercizio per il nostro cervello, sotto forma di stimolazione cognitiva, ci consente di costruire durante la vita una difesa delle nostre capacità mentali, non solo contro i processi di invecchiamento, ma anche contro la possibilità di sviluppare malattie del cervello.
Fonte: Garibotto V., et al. (2013). Cholinergic activity correlates with reserve proxies in Alzheimer’s disease. Neurobiology of Aging.